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Ecco l’intervista integrale a Mignini che il reportage della CNN avrebbe dovuto rispecchiare #1





Il reportage della CNN si può iscaricare da qui. L’intervista è stata tradotta in inglese dai seguenti membri di PMF: Clander, Yummi, Jools, Thoughtful, TomM e Catnip.

4’09’’  CNN: Ci sono state molte storie su questo crimine, su quello che la gente pensa che e’ successo. Cosa pensa lei che sia successo veramente?

4’20’’  Mignini: Ma, io sono un magistrato del pubblico ministero che si e’ trovato.. all’epoca ero di turno quindi casualmente mi sono occupato di questa vicenda. Per me e’ un procedimento penale di cui mi sono occupato e mi occupo tutt’ora in grado d’appello.

4’49’’  E’ successo, e’ un reato che e’ stato commesso quindi vi sono state delle indagini che abbiamo cercato di condurre nel modo migliore considerata la situazione. E poi un processo che si e’ concluso in primo grado con la affermazione, con il pieno riconoscimento della ipotesi della procura. Quindi so che ci sono stati libri, ci sono stati anche dei film sull’argomento, ma questa e’ una cosa che mi interessa relativamente. Io faccio il magistrato del pubblico ministero che.. mi sono occupato di questa questione. Mi interessa da questo punto di vista, non altro.

6’30’’ CNN: Ma esattamente com’e’ il crimine che lei e i suoi collaboratori non dico.. ma capito, chi sono gli assassini e il perche’ di questo omicidio?

6’46’’ Mignini:  Io posso dirle quella che e’ stata la nostra impressione nel momento in cui io sono arrivato sul posto. Io sono arrivato praticamente, mi pare, credo verso le 14. 30 del 2 novembre, e mi sono trovato di fronte un delitto che e’ apparso subito, questa era l’impressione che ho avuto fin dall’inizio e che poi e’ stata confermata dal punto di vista delle indagini e del procedimento, un delitto di natura sessuale in cui vi era questa ragazza spogliata o quasi dei suoi abiti, questa ragazza giovane che era ricoperta da questa, da questa coperta. E l’altra cosa cosa che ci ha colpito, ci ha subito interessato, io questo l’ho detto anche in altre occasioni e lo ripeto perche’  l’ho detto anche nel processo di primo grado, e’ stata la effrazione che e’ apparsa immediatamente, quella scalata, quella simulazione di scalata con la pietra gettata sul vetro, attraverso due persiane che erano, che lasciavano passare uno spazio piuttosto circoscritto, piuttosto limitato, e’ apparsa subito come una simulazione.

8’38’’ Quindi c’era questo delitto di natura sessuale e una simulazione di una effrazione. Cioè gli autori o l’autore, in quel momento all’epoca noi eravamo alle prime valutazioni, era qualcuno che ha cercato,così ci è apparsa la situazione,  aveva cercato,”¦. così ci è apparsa la situazione, le indagini su persone sconosciute; mentre invece la casa, la porta della casa, era assolutamente integra, non c’era stata una forzatura, e questo ci ha fatto pensare, poi, col progredire delle indagini, perché le indagini sono, ci si arriva poi per approssimazione, piano piano, alla, all’accertamento dei fatti, era, abbiamo ritenuto che fosse qualcuno che conosceva la vittima e aveva interesse a orientare le indagini verso sconosciuti. 09’44’‘Poi le indagini si sono, sono andate avanti. Ci sono stati altri aspetti importanti”¦si sono verificati, con.. che sono rimasti degli aspetti cardine della”¦ di quello che si chiama l’impianto dell’accusa. Che poi da noi non è un’accusa, è un ufficio che ha anche il compito di accertare elementi a favore dell’indagato, durante le indagini.

10’19’‘Quello che ci ha colpito oltre all’aspetto della simulazione, è quella serie innumerevole di contraddizioni, di incongruenze, nel racconto dei due ragazzi, dei due ragazzi che poi sono diventati i due indagati e poi imputati. E poi, in particolare, la calunnia, poi, quella che si è rivelata essere tale, una calunnia, posta in essere dall’imputata nei confronti del suo datore di lavoro di colore, Lumumba, Patrick D. Lumumba

10’53 Ecco, questo è. Poi gli elementi di cui si parla molto oggi, quegli elementi che sono costituiti dalle prove di carattere biologico, poi ci sono state anche prove, ci sono gli aspetti dattiloscopici, gli aspetti delle impronte, gli aspetti delle celle telefoniche. Questi aspetti sono”¦, soprattutto quello biologico, sono sopraggiunti in un secondo momento. Cioè, all’inizio quello che ha orientato le indagini verso queste persone e poi verso il soggetto di colore Rudy, Rudy Herman Ghede che”¦., erano, quello di Herman Ghede, è stato individuato attraverso il materiale biologico, che era stato rinvenuto. I due giovani sono stati, diciamo, fatti oggetto”¦. gli autori dell’omicidio, in base a quello che erano gli elementi che ci sono apparsi all’inizio delle indagini, cioè la simulazione, le contraddizioni riscontrabili nel racconto di Amanda in particolare, soprattutto quando lei racconta di essersi soffermata in casa, di aver fatto la doccia, nonostante tutto. E poi la chiamata, il comportamento che hanno tenuto, soprattutto la ragazza, in occasione dell’arrivo della polizia postale. E poi l’accusa, che ovviamente era un’accusa calunniosa nei confronti di Lumumba. Quindi tutti questi elementi ci hanno poi, hanno poi portato alla formulazione di queste accuse nei loro confronti, che sono state poi confortate dalle risultanze delle prove biologiche, delle prove scientifiche, fatte dalla polizia scientifica, che è quella, la polizia scientifica, che è quella che, il vertice della polizia scientifica nazionale, è quella che dipende direttamente dalla direzione di pubblica sicurezza del ministero dell’Interno. Noi avevamo anche la polizia scientifica locale, ma quella che ha operato è la polizia scientifica dipendente proprio, inserita nella pubblica sicurezza, quindi a livello centrale.

16’34’’ CNN: Prima che ci fossero le prove della scientifica, Lei è arrivato alla conclusione di Amanda knox, su istinto?,

17’00’’ Migtnini: Gli elementi scientifici sono sopraggiunti, io questo me lo ricordo, sono sopraggiunti via, via. Io adesso non saprei indicare.. mi pare per esempio che il discorso del coltello, quindi della traccia, il profilo genetico della vittima sulla lama e il profilo genetico dell’imputata sul punto in cui il manico del coltello si apre poi alla lama, quindi, mi pare che sia sopraggiunto abbastanza più tardi rispetto alle indagini iniziali. Però effettivamente il decreto di fermo,”¦.che io.. che è il provvedimento col quale, in forze del quale i due giovani e, all’epoca, anche Lumumba che poi è stato scarcerato, sono stati portati nella casa circondariale, cioè in prigione, nel decreto di fermo non ci sono ancora elementi relativi alle indagini genetiche, ovviamente.

18’08’’ C’è, nel decreto di fermo e nell’udienza di convalida del fermo davanti al giudice per le indagini preliminari e poi nei primi mesi successivi nelle prime settimane delle indagini, c’è la convinzione nostra, mia e anche della squadra mobile, che il comportamento dei due ragazzi e, in particolare, questo effettivamente è,”¦ era un particolare era più evidente ancora quello di Amanda, fosse tale per cui i due sono stati ritenuti coinvolti nel delitto. Quindi prima ancora, è stata una valutazione di quegli elementi iniziali che abbiamo avuto, a orientare le indagini verso di loro. Poi sono arrivate le conferme. E sono state conferme, alla fine delle indagini molto significative, molto numerose. Però all’inizio vi erano questi elementi, in particolare ripeto,  il discorso della simulazione.




20’13’’ CNN: E qual’era la prova, perché da quello che capiamo noi la prova scientifica non li segnala”¦ a loro due”¦?

20’25’’ Mignini: Bhè, dunque: allora adesso io, elencare tutti gli elementi che sono stati rinvenuti, sarebbe, d’altra parte sono stati indicati nella sentenza della corte d’assise di primo grado. Emm, allora”¦

20’50’’ Il discorso della simulazione”¦ Il discorso della simulazione, solo in quella casa, in quei giorni, cioè 1, 2 novembre, il 2 era venerdì, il 3 era sabato, il 4 era domenica, quel fine settimana del 2007, nella casa di Via della Pergola, c’erano soltanto Meredith e Amanda.  Perché le due ragazze italiane erano fuori di quella casa: la Filomena Romanelli era con il fidanzano in un’altra parte della città , è rimasta anche a dormire fuori, mentre Laura Mazzetti si trovava in provincia di Viterbo.

21’36’’ Quindi in quella casa, quella notte, c’era solo Amanda e la vittima. Amanda diceva di essere stata in casa di Sollecito che peraltro è a cinque minuti a piedi dalla casa di Meredith. Perché le distanze, bisogna tener conto delle distanze, bisogna andarci in questi posti, si vede che le distanze sono molto ridotte, molto limitate. Quindi, chi poteva avere interesse alla simulazione di un intervento di un estraneo? Solamente una persona che poteva temere di essere coinvolta nelle accuse. La porta di casa non era forzata, quindi questo è un elemento estremamente significativo. Poi ci sono, ripeto, le contraddizioni riscontrabili nelle dichiarazioni. C’è il fatto, poi si è, nel corso delle indagini è sopraggiunto il barbone, il clochard, che in maniera molto precisa ha indicato i due ragazzi, ha detto di aver visto i due ragazzi in pratica la notte fra il 1^ e il 2 a pochi metri dalla casa in cui si è svolto, in cui vi sarebbe stato il delitto, in ora compatibile con il delitto. Mentre i due ragazzi hanno detto di essere stati sempre a casa di Raffaele. C’è un altro particolare che all’inizio delle indagini una cosa che ci ha, diciamo accentuato gli elementi, è stato il fatto che in un primo tempo Raffaele aveva cercato di, diciamo, di, aveva detto di essere stato lui a casa mentre Amanda era rimasta fuori ed era tornata a casa di Raffaele mi pare verso le due di notte.

Quindi questo atteggiamento è stato mantenuto da Raffaele durante l’udienza di convalida e poi è stata abbandonata quando la linea difensiva di Sollecito è stata più diciamo, è stata di sostegno anche a quella di Amanda. Però in un primo tempo, Raffaele sosteneva, c’era questa posizione di distacco tra i due.

Poi altri elementi sono dati dal fatto, erano dati dal fatto che il barbone li aveva visti la notte del delitto in una posizione a pochi passi, a pochi metri dalla zona del delitto e in un orario, poco prima che avvenisse il delitto.

C’è una dichiarazione della signora vicina di casa, che sente un urlo in un orario compatibile con quello indicato, con quello che noi abbiamo ritenuto che fosse l’orario della morte di Meredith, cioè tra le 23.30 e mezza notte. E sente, questa signora, sente dei passi, c’è tutta una descrizione che ora non sto a ripetere perché è stata illustrata”¦ piuttosto, è stata illustrata diffusamente in primo grado, lei sente dei passi di persone che alcuni si muovono, corrono, lungo la piazzola che sta di fronte alla casa del delitto, altri, corrono sulle scale, quasi contemporaneamente,  corrono sulle scale che son scale metalliche che si trovano sul garage e che poi portano praticamente in via Pinturicchio. Non so se lei è pratico di Perugia, ma credo di no. Quindi questo urlo che la signora sente, un urlo terribile e lo sente anche un’altra vicina di casa, in un orario, ripeto, compatibile, e questo correre contemporaneo di soggetti, da parti opposte, da parti diverse, lontane, ha fatto subito pensare alla, ha dato la conferma che ci fosse una pluralità  di assassini, in sostanza.

26’09’’ Lo stesso Rudy, nei suoi interrogatori ha, mentre è rimasto sul vago, più o meno sul vago, nei confronti di Sollecito ha però poi nel corso dei vari interrogatori più o meno indicato abbastanza chiaramente Amanda come presente sul posto.
Quindi l’interrogatorio, poi ci sono stati interrogatori che sono stati condotti. Ne ricordo uno quello di Amanda in carcere che è stato un interrogatorio che mi ha, ecco, lei ha chiesto quali sono gli elementi che lei ha utilizzato per sostenere diciamo l’accusa, tra virgolette diciamo l’accusa, c’è anche l’interrogatorio a cui è stata sottoposta Amanda in carcere, alla presenza dei difensori, ovviamente, e che ha confermato il profondo turbamento nel quale lei si è sempre trovata ogni qual volta ha dovuto raccontare quello che è successo durante quella notte.

E poi ci sono stati i risultati non so, le impronte”¦le impronte sul tappetino del piede sporco di sangue, un particolare estremamente importante, di cui vedo che molti non hanno parlato ma che è estremamente importante, sono le macchie miste di materiale ematico, sul bagnetto vicino alla stanza del delitto, dell’imputata e della vittima.

31’00’’ CNN: nella stanza”¦

31’05’’ Mignini: Ma, diciamo, posso rovesciare il discorso: come si spiega il DNA, il profilo genetico della vittima sul coltello trovato in casa di Sollecito con il profilo genetico dell’imputata, nel punto della lama in cui si fa forza, non in cui si taglia”¦

31’40’‘CNN: Quello è sicuro che fosse il coltello?

31’44’’ Mignini: Quello per noi è stato, io posso dire questo: intanto bisogna partire da una premessa: Amanda e Sollecito si conoscevano soltanto da 25 ottobre. Cioè noi pensiamo, perché questo è un particolare molto rilevante ai fini della rilevanza di questo reperto, perché noi pensiamo a un rapporto, non ci si pensa al fatto che in realtà  si conoscevano da una settimana. E quindi questo coltello non è stato mai toccato in condizioni, le dico quello che a noi è risultato nelle indagini, io le parlo di quello che noi abbiamo accertato in sede di indagini, questo coltello non era mai stato toccato in condizioni normali da Meredith, non era mai stato portato in casa di Meredith, questo lo dicono le due coinquiline italiane, e come mai,  Meredith non era mai stata a casa di Sollecito, come mai c’era il profilo genetico di Meredith, quello che ha accertato la polizia scientifica sulla lama, e il profilo genetico dell’imputata sul punto dell’impugnatura che è quello dove la mano fa forza, non quando si esercita la pressione dall’alto in basso ma dall’indietro verso il davanti, cioè in una condizione analoga a quella in cui si colpisce, ecco. Quindi questo..

E io ho fatto, durante il processo di primo grado ho cercato sempre di far risultare con estrema chiarezza il fatto che questo coltello, il testimone, l’ispettore mi pare si chiamasse Armando Finzi è quello che ha fatto il sopralluogo in casa di Sollecito e ha trovato questo coltello. E io ho chiesto, aveva messo i guanti in quel momento, era il primo paio di guanti che usava in quel sopralluogo, era il primo paio di guanti, lui è andato, ha cominciato l’ispezione, non ha toccato altro, ha aperto la, il mobile dove c’era questo coltello, non mi ricordo se ne ha presi diversi, ma ha preso questo coltello che è stato subito, quindi con i guanti che erano stati messi in quel momento, è stato subito chiuso, sigillato, è stato portato alla squadra mobile dove, un altro poliziotto, il sovrintendente, mi pare, Gubbiotti, con la stessa tecnica lo ha riposto in un contenitore sigillato che è stato poi portato, è stato poi analizzato. E quindi , diciamo, questo perché ho voluto far risultare e questo mi pare la corte d’assise lo dice, ho voluto far risultare che non c’era stata possibilità  di contaminazione da parte della polizia, della squadra mobile, per quanto riguarda questo reperto. 35’04’’ Anche perché, questo vorrei che risultasse, dal punto di vista dell’ordinamento italiano, la prova della contaminazione la deve dare chi la invoca. Cioè: io procura ho trovato il profilo genetico, tu difesa dici: “˜potrebbe esserci la contaminazione’,  me lo devi dimostrare. Cioè l’onere della prova si inverte: sei tu che invochi la contaminazione che devi provarlo. E questa prova non è stata mai data e non può, credo, non può essere data. Cioè è chi invoca un fatto che deve provarlo. [“Onus probandi incubi equi dicit, non equi negat”].




36’50’’ CNN: Di sicuro era materiale genetico di Meredith, non un materiale genetico che poteva essere consistente con quello di Meredith?

37’01’’ No, no, è stato così, è stato accertato dalla polizia scientifica in questo modo.

37’ 20’‘CNN: Quindi i suoi detective sono andati nell’appartamento “¦

37’28’’ Mignini: No, il coltello è stato prelevato, poi è stato portato alla polizia scientifica, è stato mandato alla polizia scientifica di Roma.

37’40’’ CNN: Si però i suoi detective sono andati nell’appartamento ed hanno selezionato proprio questo coltello qui.

37’49’’ Mignini: Mi pare che ne siano stati prelevati alcuni, cioè non solo quel coltello. Mi pare, adesso non vorrei sbagliare. Mi pare che siano stati prelevati più coltelli, però uno di quelli sicuramente era questo, il reperto 36, il famoso reperto 36. E su questo reperto è stato trovato, e questa è la polizia scientifica che fa questa valutazione e io ritengo, faccio una parentesi.  Degli aspetti, io ho chiesto alla fine delle indagini, vista la complessità  del caso, la risonanza del caso, ho ritenuto che fosse opportuno che vi fosse una collega ad affiancarmi, che è un sostituto come me. Io preciso, non sono il chief prosecutor, sono il sostituto procuratore perché sono stato presentato come il procuratore capo, ma io non sono il procuratore capo. Quindi ho chiesto di essere coadiuvato da una collega, che è Manuela Comodi,  e ci siamo divisi i compiti. Lei ha una notevole attitudine per questi aspetti di carattere genetico. E quindi l’aspetto, non so se avete notato nel processo di primo grado, le domande sugli aspetti genetici le ha fatte la collega. Io ho invece trattato la vicenda più generale e gli aspetti di carattere più investigativo. Quindi, perché ricordavo tutti i particolari delle indagini, perché avevo fatto io le indagini di persona. Però questi aspetti di natura genetica, di natura scientifica, noi ci affidiamo alla polizia scientifica e riteniamo che la polizia scientifica abbia operato con estrema professionalità . Io mi ricordo, per esempio, di essermi recato, ero sul posto, ho dovuto indossare anch’io la tuta e i calzari, una specie di cuffia, ma non una volta sola ma più volte, nello stesso momento in cui abbiamo fatto i sopralluoghi,”¦ ricordo di aver indossato più volte ad esempio i calzari. E mi è stato”¦ anche perché, a quelli che hanno operato è stato prelevato anche il DNA, quindi c’è anche il mio DNA. La dottoressa Stefanoni a prelevato il DNA di tutti per evitare che vi potessero essere, si potesse individuare il DNA di qualche operatore che quindi non ci entrava niente nella vicenda.

40’38’’ Quindi io ho la massima fiducia nella polizia scientifica perché il vertice della polizia scientifica in Italia, soprattutto la dottoressa Stefanoni che ha operato con grandissima professionalità  e questi accertamenti sul materiale biologico sono stati fatti in contraddittorio, con i consulenti delle difese, sempre. E i consulenti delle difese io ricordo, e sono stato presente, a quanto ricordo, non hanno eccepito se non in analisi successive, non hanno eccepito nulla sul momento. Per esempio quando fu rinvenuto il famoso gancetto del reggiseno, c’erano i consulenti delle difese, per Sollecito c’era un consulente che poi è stato sostituito, non mi ricordo come si chiamasse, era piuttosto bravo, e ricordo che non fece nessuna osservazione. Cioè tutti questi accertamenti sono stati fatti in contraddittorio e le parti hanno avuto la possibilità  di contestare quello che faceva la biologa della polizia scientifica, l’esperta di genetica forense della polizia scientifica.

42’06’’ Quindi mi pare. Io ricordo in particolare che, nel processo di primo grado, ho cercato di far risultare questo aspetto, cioè che il coltello era stato prelevato con la più assoluta correttezza. E credo che poi la stessa cosa sia successa nel laboratorio della polizia scientifica quando è stato analizzato.

44’16’’ CNN: io ho ancora difficoltà  a capire come si può avere un crimine così orrendo e così sanguinoso senza che due dei sospetti lascino alcuna traccia.

44’30’’ Mignini: Guardi io poi dovevo aggiungere, poi bisogna, allora. Sul bagno delle due ragazze straniere, quindi di Meredith e di Amanda che è attaccato, a fianco della stanza del delitto, è stato rinvenuto materiale ematico di Amanda e Meredith, mescolato. Questo materiale perché è importante? E’ importante perché nello stesso racconto, nello stesso esame che fa Amanda, nel, mi pare, agli inizi di giugno del 2009, durante il processo di primo grado, lei dice che quando se ne andò, il pomeriggio del 1^ novembre da quella casa, quelle macchie non c’erano. Lo dice lei stessa. Quindi lei ritorna la mattina, dice di essere tornata la mattina, trova quelle macchie di sangue. Quelle macchie di sangue mescolato Amanda, vittima.

Poi, sul bagnetto, c’è una impronta di piede sporca di sangue, che la polizia scientifica ha attribuito a Raffaele, sul tappetino del bagno a fianco della stanza del delitto. Sul corridoio che porta alla stanza del delitto, che porta alla stanza di Amanda, vi sono impronte, adesso non mi ricordo, ci sono anche nella stanza di Amanda, mi sembra, ci sono impronte di piedi che sono state attribuite dalla polizia scientifica i due giovani, di piede sporco di sangue. E, di elementi, c’è anche un’impronta di scarpa, quella è stata, nella stanza del delitto. Di elementi ce ne stanno, cioè, come spiegare la presenza di questi elementi se i due ragazzi fossero rimasti estranei al delitto, fossero rimasti a casa? E un altro particolare: è un delitto, questo lo ha ormai stabilito la corte di cassazione, quindi non si può più mettere in discussione a questo punto, è un delitto compiuto da più persone. Io ho, durante il processo di primo grado, ho sentito questa impostazione, ho anche contrastato questa impostazione, che tendeva a trattare Rudy come unico responsabile. L’unico responsabile non è una persona sole ma sono più persone tra cui Rudy. Questo ormai è processualmente fuori discussione.




48’48’‘CNN: Lui le chiede anche se ha anche trovato, cioè Sollecito forse aveva qualche taglio, ha controllato se aveva qualche taglio?

48’56’’ Mignini: La,”¦. si. Dunque: Laura Mazzetti, cioè la ragazza italiana di Viterbo, quello è un graffio, però,  si ricorda di avere visto sul collo di Amanda, questo lo ha raccontato poi è stata anche sentita, una specie di graffio a distanza di qualche giorno, mi pare tre o quattro giorni, si ricorda di avere visto questo graffio sul collo di Amanda che era stato visto anche, mi pare, da uno dei ragazzi marchigiani. E, in una delle foto scattate in occasione del sopralluogo della polizia, mi pare che si nota qualcosa. Comunque questa presenza di graffio di questa specie di graffio, viene indicata da Laura Mazzetti. Cioè lei si ricorda di aver visto Amanda che aveva questa piccola lesione al collo.

50’20’’ CNN: qualcuno dei suoi investigatori lo ha notatao?

50’25’’ Mignini: Gli investigatori non lo hanno notato perché, adesso, Amanda si teneva coperta, aveva, così è stata descritta anche dal commerciante Quintavalle, che era coperta. Però Laura Mazzetti l’ha vista e la ha vista anche, mi pare, se non sbaglio, o lo ha raccontato, questo ragazzo marchigiano che abitava al piano di sotto. Questa ragazza ha visto e lo ha raccontato poi in udienza. Tanto che c’è una foto poi anche.

51’44’’ CNN: La Knox era in contatto con la polizia diversi giorni dopo l’omicidio. E’ stata interrogata, portava sempre qualcosa che le copriva il collo?

52’00’’ Mignini: Mi pare di si, era questo per correttezza, era un segno che si vedeva non molto. Laura Mazzetti diceva di averlo visto bene. Bisogna tener presente anche che non ci si faceva attenzione automaticamente, perché non era vistoso come segno. Lei fu, è stata sentita come Raffaele Solleito e come tutte le persone che erano più o meno, che dovevano essere interrogate in quei giorni, dopo il delitto, sono state sentite una serie numerosissima di persone, fra cui le amiche di Meredith, le ragazze inglesi con cui lei era stata la sera dell’1 e la sera precedente del 31 ottobre. E, fra queste persone che sono state sentite, anche più volte, è stata sentita Amanda e Sollecito, Amanda in particolare è stata sentita più volte: la sera del 2, il 3, il 4 e poi la sera del 5 e la mattina, le prime ore del 6. Però ecco, io quello che volevo che, proprio ai fini della spiegazione, che, nell’ordinamento italiano, bisogna tener conto del complesso delle risultanze. Quindi ci sono le prove scientifiche, ci sono le dichiarazioni delle persone, dei testimoni, c’è l’interrogatorio, c’è il comportamento degli imputati.  Tutti questi elementi, non è solamente l’aspetto genetico che viene in considerazione. L’aspetto genetico insieme a tante altre, tutto si deve, è tutto un complesso di risultanze di vario tipo, che deve convergere verso una affermazione di una realtà  che appare incontestabile. Questo deve essere, questo è importante da un punto di vista giudiziale. Cioè non è che la prova è la prova genetica, non è così. Ci sono le prove testimoniali, c’è il fatto che non poteva essere un solo elemento, e questo ormai è indiscutibile, e una delle posizioni della difesa dei due imputati, tendeva sempre a dire è stato un solo assassino che aveva fatto, era salito in quel modo assolutamente assurdo, non è credibile.

56’10’’ CNN: Sull’interrogatorio di Amanda, il quinto giorno, cosa è che l’ha fatta scattare, insospettire, e le ha fatto fare un interrogatorio più aggressivo?

56’26’’ Mignini: Vedo che non, dunque, allora, le ripeto quello che è successo. La sera del 5 novembre, la polizia doveva interrogare Sollecito, e la sera del 5 Sollecito io, quello che le dicevo prima, l’atteggiamento di Sollecito all’inizio era un atteggiamento, diciamo, diverso da quello che lui avrebbe assunto successivamente, cioè di una difesa solidale con Amanda, era una posizione diversa. Cioè la sera del 5, Sollecito fa una dichiarazione e dice “˜io stavo a casa, Amanda no’. Allora Amanda, aveva seguito, aveva ritenuto di accompagnare Sollecito dalla polizia e stava fuori. Quando la polizia ha sentito questa versione di Sollecito che in pratica,  Sollecito”¦ ha con quel verbale che è, anche quel verbale in pratica, anche quest’atteggiamento, è più o meno rientrato nel processo anche questo, quando Sollecito ha fatto questa dichiarazione, la polizia si è insospettita. Cioè come mai Sollecito ci dice questo e ci dice ora che Amanda non era a casa con lui? Allora hanno chiamato Amanda e Amanda è stata sentita dalla polizia come persona non indagata, quindi senza difensore, perché la persona, il testimone, la persona informata sui fatti, durante le indagini, non si chiama testimone, si chiama persona informata sui fatti, è stata sentita dalla polizia che le ha sottolineato, le ha posto questo problema: come mai Raffaele dice un’altra cosa, ora tu dici che stavi con lui e Raffaele dice che non c’eri tu, che era lui a casa e che tu non ci stavi? Questo è il punto.

58’44’’ E allora ha fatto, è stata sentita in maniera, diciamo, abbastanza a lungo, adesso non ricordo quanto, dalle prime ore del 6 novembre 2007. Io non c’ero quando è stata sentita Amanda dalla polizia. Io mi trovavo, forse, stavo arrivando, perché sono stato chiamato dal dirigente della squadra mobile quella notte. Non mi ricordo quando sono arrivato io alla squadra mobile, ma credo che, credo che arrivai, forse arrivai, a interrogatorio d Amanda iniziato . Ma, la squadra mobile è piuttosto grande, io non mi trovavo nella stanza dove veniva sentita Amanda ma nella stanza del dirigente della squadra mobile, con il quale parlavamo delle indagini e cercavamo di programmare le indagini per i giorni successivi. Ecco, ora, a un certo punto mi avvertono, se ben ricordo, mi avvertono che Amanda aveva fatto il nome di Lumumba, aveva in pratica confessato di essersi trovata sul luogo del delitto in compagnia, con Lumumba, che lei aveva fatto entrare nella casa, questo è.  Poi vado avanti perché volevo spiegare come intervengo io. Quindi io non sono, non ho fatto l’interrogatorio,

Posted by Skeptical Bystander on 05/25/14 at 03:00 PM • Permalink for this post • Archived in 2 Mignini IntervistaComments here (0)

Ecco l’intervista integrale a Mignini che il reportage della CNN avrebbe dovuto rispecchiare #2





0’48’’ CNN: Non ha interrogato Amanda?

0’50’’ Mignini: Oh, l’ha interrogata la polizia. Io sono stato avvertito. Io volevo spiegare questo. Io mi ricordo che ero andato a dormire e mi chiama i dirigente della squadra mobile Profazio, perché mi dice : “˜ci sono degli sviluppi, Raffaele ha smentito in pratica quello che aveva detto in precedenza’. E allora sono andato giù e il dirigente della mobile mi ha raccontato cosa è successo. E a un certo punto ci informano che Amanda aveva fatto questa dichiarazione aveva. E quindi l’interrogatorio come persona informata sui fatti è stato sospeso dalla polizia in applicazione dell’art. 63 del c.p.p. perché se emerge un indizio di reato la persona che io sento come persona informata sui fatti non può più essere sentita; bisogna fermarsi. “˜Fermi tutti ci deve essere il difensore’. E quindi la polizia si è fermata e ha informato l’Amanda che si era in pratica collocata nel luogo del delitto e aveva detto di aver accompagnato lei Lumumba, di averlo fatto entrare. Lumumba poi, nell’altra stanza, avrebbe compiuto l’atto sessuale e avrebbe ucciso Meredith. Questo è quello che ha detto.

2’11’’ Allora io vengo chiamato, vengo informato di questo, vado da Amanda che mi ricordo che era come, mi apparve, io me la ricordo molto, mi è rimasta impressa, io me la ricordo dunque, due aspetti che mi colpirono in quel momento di Amanda: primo che sembrava come essersi liberata di un peso; secondo, era come se fosse, e questo è un altro particolare che mi è rimasto impresso, era come se fosse terrorizzata di Lumumba.

20’48’’ Allora io, dovendo in qualche modo, diciamo”¦. quest’interrogatorio della polizia era stato sospeso. A quel punto mi ricordo la, fecero presente che Amanda, perché lei voleva continuare a parlare, mi ricordo, aveva, come bisogno. Allora io le dissi: “˜lei può fare dichiarazioni con me, io non le faccio domande, perché se lei fa una dichiarazione spontanea e la io la raccolgo, raccolgo la dichiarazione come se fossi un notaio, praticamente’. E quindi lei ha ripetuto con l’interprete, che era la Signora Donnino, mi ricordo e c’era poi una poliziotta che verbalizzava, io non le ho fatto domande. Lei ha ripetuto in pratica quello che aveva detto alla polizia e ha firmato il verbale. Io in pratica ad Amanda non le ho fatto domande, né prima perché gliele ha fatte la polizia perché io non c’ero, poi perché ha fatto dichiarazioni spontanee. Se le avessi fatto domande era necessario il difensore.  Questa è la procedura.

05’24 CNN: Aveva un interprete durante tutto il tempo ?.

05’26’’ Mignini: Si.

05’29’’ CNN: Lei dice di no.

05’32’’ Mignini: Guardi l’interprete c’era, l’interprete quando la ho sentita io c’era; l’interprete Anna Donnino, che è un’interprete della polizia, proprio dipendente dalla polizia.

Come credo che ci fosse, adesso non ho il verbale, ma questo è un fatto ormai, è pacifico che ci fosse l’interprete.

06’02’’ CNN: Amanda Knox dice che è stata interrogata per 14 ore”¦

06’11’’ Mignini: No, guardi, assolutamente All’una il verbale del 6 è cominciato all’una e io sono arrivato, 14 ore non può essere, siamo veramente”¦, assolutamente impossibile. Dunque il verbale è all’una, si è, poi è stato fatto il verbale delle dichiarazioni spontanee alle 5.45 e sarà  durato una mezz’oretta perché non sono state rivolte domande. Lei ha fatto le sue dichiarazioni, sono state tradotte e poi verso le 8, mi pare, all’incirca verso le 8, io ho fatto i decreti di fermo. Quindi sono”¦cioe,  lei era stata sentita prima, dunque è stata sentita come persona informata sui fatti verso l’una e quarantacinque. Precedentemente era stata sentita da una poliziotta, ma perchè lei si era recata spontaneamente dalla polizia e lei aveva riferito che, ha detto delle cose abbastanza rilevanti per le indagini su Raffaele ed era stata sentita dall’ispettore Ficarra. Io però”¦questo non c’ero, non lo so. Io pero ricordo, ci sono i verbali. Poi il verbale in cui lei è stata sentita come persona informata sui fatti inizia alle 1.45 del sei novembre e non può durare 14 ore perch锦 nella maniera più assoluta. Poi è stata arrestata verso le 8 verso le 9 della mattina, insomma.

08’16’’ Mignini: Guardi io ricordo quello che ho visto personalmente quando l’ho vista, perché lei ha detto, io le ho detto: “˜lei può fare se ritiene, delle dichiarazioni spontanee, perché la legge italiana lo prevede.  Se una persona sa di essere indagata, può chiedere di presentarsi, è successo tante volte, anche con me sono venuti, e dice “˜vorrei fare delle dichiarazioni. Benissimo io la ascolto. Se io l’ascolto, volevo che risultasse”¦.fosse chiaro, se io la ascolto e basta, e non faccio domande,  può non esserci il difensore. Ma se io faccio domande e le contesto i fatti è come un interrogatorio ed è necessario un difensore.

09’10’’ CNN: aveva paura?

09’11’’ Mignini: Dunque, io mi ricordo, questa impressione che ho avuto in quel momento che appunto, io le sto spiegando, nello spirito in cui faccio questa intervista, per spiegarle quello che è stata l’adozione dei nostri provvedimenti, quello che è stato, perché il processo è andato in un certo modo.

09’36’’ Lei era, mi è apparsa come sollevata, come se si fosse liberata da un peso e terrorizzata da Lumumba. Questa è una cosa che a me mi è rimasta impressa e non capisco poi. Io mi ricordo che c’era un poliziotto che si chiamava, dello Sco di Roma che mi è rimasto impresso perché era paterno. Cioè lei piangeva come liberata da un peso e lui cercava di consolarla. Mi ricordo c’era anche la poliziotta che, cioè, questa è,”¦ e anch’io sono certo di”¦ cioè, tutta quella che è un po’ l’immagine che è stata poi data successivamente”¦, in quel momento, non era così. Cioè  c’era una situazione che io cercavo di consolarla, cercavo di incoraggiarla, perché credevamo che lei avesse detto la verità .

11’03’‘: CNN: Nessuno l’ha colpita ?

11’06’’ Mignini; no, guardi,assolutamente. Questo nella maniera più assoluta e poi diciamo”¦ non ero presente quando è stata sentita dalla polizia, le stanze sono abbastanza lontane”¦., lei non conosce mai stavo”¦, è abbastanza lontano come, qui c’è un corridoio, io stavo con il dirigente, Dottor Porfazio, e lei veniva sentita da un’altra parte. Mi ricordo anche che passando, vidi anche Sollecito che era da solo in un’altra stanza, veniva anche lui interrogato, mi ricordo. Io non escludo”¦, cioè,”¦ io è chiaro, non ero presente, ma non credo che sia stato fatto assolutamente niente, in mio presenza nella maniera più assoluta.

11’55’’ Anzi, c’è stato un atteggiamento di”¦, cioè le è stato dato.. poi, lei era come, non so se lei ha presente come una persona che piange di liberazione, come se si fosse liberata, ecco.  Questo era l’atteggiamento.





12’ 51’’ CNN: perché non c’è un video tape o una trascrizione di quelle ore?

13’00’’ Mignini: Guardi questo è, io mi trovavo alla polizia”¦ e tutti gli, diciamo”¦, quando io ho fatto le indagini nel mio ufficio ho registrato. Ho registrato, abbiamo un apparecchio particolare e ho trascritto. C’è l’interrogatorio per esempio delle ragazze inglese, delle amiche di Meredith, è stato sempre registrato. Come è stato sempre registrato l’interrogatorio di Amanda in carcere e, poi, è stato trascritto e ci sono le trascrizioni della.. Ma, in un ufficio di polizia, nell’immediatezza delle indagini non si fa, insomma, né nei confronti di Amanda, né nei confronti di nessun altro. Cioè, anche perché poi, glielo dico, oggi, anche allora, ma oggi in particolare, poi ci sono delle, dei problemi di bilancio che noi abbiamo, ci sono dei problemi di bilancio non indifferenti che non ci consentono di trascrivere. E’ molto importante il video”¦ perché, io sono d’accordo con lei che è estremamente importante la video-registrazione, cioè bisognerebbe poter disporre di una video registrazione di ogni verbale di assunzione di informazioni. Perché è importantissimo quello che si dice, ma è importantissimo, forse ancora di più, come si dice, cioè il linguaggio non verbale. Perché dal linguaggio non verbale si può”¦

15’14’’ Mignini: Non è solamente Amanda, è sempre così. Però ecco volevo dire che sono d’accordo con lui che è fondamentale, però, c’è un problema, specialmente quando i testi sono tanti, anche la sola registrazione non basta secondo me, la registrazione sonora.

15’38’’ CNN: Non costano molto dice lui.

15’40’’ Mignini: Eh, abbiamo dei problemi di bilancio non indifferenti, ecco.

15’58’‘CNN:  Alla fine della insomma, avete avuto una confessione, Però tutto quello che stava scritto nella confessione è diventato una bugia?

16’16’’ Mignini: Però poi c’era il fatto che lei si è collocata nella scena del delitto e non c’era Lumumba, insieme a loro tre, a loro due, ma c’era Rudy, secondo quello che poi è emerso successivamente. Quindi questo fatto di avere accusato.. ,  e lei è imputata anche di calunnia nei confronti di Lumumba, è un elemento che è stato molto importante dal punto di vista della sua posizione processuale, perché. Perché accusare del coinvolgimento del delitto, mettersi nella scena del delitto, perchè lei con quella dichiarazione si è messa nella scena, nel luogo del delitto. E però ci ha messo una persona che era totalmente estranea. Questo perché? E’ una, un particolare che è estremamente significativo. Soprattutto poi Lumumba viene arrestato e nessuno, se non fosse stata la Procura che ha svolto le indagini e che ha l’obbligo di acquisire elementi anche a favore dell’indagato, Lumumba sarebbe rimasto in carcere. Invece noi abbiamo fatto le indagini, abbiamo visto che Lumumba non c’entrava, era oggetto di una calunnia e quindi è stato poi scarcerato ed è stata chiesta l’archiviazione del procedimento.

18’15’’ CNN: gli è stato chiesto di immaginare quello che poteva essere successo?

18’24’’ Mignini: No, assolutamente. Una persona o lo ha visto o non lo ha visto. Io non posso chiedere a una persona cosa immagina perché sarebbe una domanda che non avrebbe, senza significato, che non capisco, insomma.

18’44’’ CNN: Amanda Knox è secondo lei cattiva?

18’46’’ Mignini: Guardi io, a parte che queste sono valutazioni sulla personalità  che noi abbiamo fatto, che noi facciamo, ma ai fini processuali, esclusivamente. Io posso dirle di Amanda, che è una ragazza molto intelligente, estremamente, e questo lo ho detto sempre,  io sulla cattiveria non, non”¦,  non vorrei, non posso dire niente. Mi pare che sia al di fuori sarebbe una valutazione così privata, priva di significato. Quello che importa è il fatto, quello che importa è perché viene compito il fatto che è un delitto, che è un delitto non compiuto con premeditazione. Quindi io non.., ogni”¦ cioè non vorrei fare, non ritengo giusto che si debba dire di una persona è buona o è cattiva, nella maniera più assoluta.

20’09’’ Cioè le valutazioni che abbiamo fatto, le abbiamo fatte solo ai fini dell’accertamento della responsabilità , ma quella che è la personalità , quello che è la personalità  della persona indagata, questo merita il massimo rispetto e noi non, le valutazioni che facciamo le facciamo solo ai fini dell’accertamento della responsabilità  e poi della pena. Lì  in effetti si tiene conto, ai fini della pena, del carattere del reo, nell’ordinamento italiano, ma questo noi lo abbiamo fatto, nella richiesta di condanna, ecco, c’era un elemento che ha un’attinenza con l’aspetto psicologico era il fatto che era stato contestato un delitto che era stato commesso per futili motivi, che è un’aggravante. E questo noi abbiamo ritenuto che fosse, che ci fosse appunto un’aggravante, ma solo a questi fini abbiamo fatto una valutazione sulla personalità , non peraltro.

21’26’’ Ho sentito fare durante le indagini, ho letto anche degli articoli, spesso sono stati attribuiti dei giudizi agli inquirenti che non sono mai stati dati,”¦cioè, io non ho mai dato giudizi di questo tipo. Cioè,  ho il massimo rispetto per le persone degli imputati.

22’30’’ CNN: l’accusa dice che una volta che è stato provato che Lumumba era praticamente una bugia di Amanda, lei doveva cominciare da capo. Una volta che erano uscite tutte le prove del DNA di Rudy Ghede,  lei doveva diciamo, pure lì, aveva già  trovato il colpevole, il fatto che non c’era niente, nessuna traccia, dentro la stanza, pure lì, secondo quello che dice la difesa, la difesa sostiene che lei si è puntato con Amanda e con Sollecito, quasi con ossessione.

23’19’’ Mignini: No, ma assolutamente. Io ho fatto quello che ho fatto e adesso io parlo del passato, di quelle che sono state le indagini, di quello che è stato il processo di primo grado, perché sono”¦, ero e sono”¦,  ho fatto quello che ho fatto perché sono convinto, sulla base degli elementi raccolti, che erano responsabili, nella maniera più assoluta. Cioè non c’蔦 come c’entrava Rudy? Rudy era uno degli elementi, ma il delitto e qui torno a ripeterlo, non si può più dire che il delitto è stato commesso da una sola persona. Ormai c’è una sentenza della Corte di cassazione, della corte suprema che dice: il delitto è stato commesso da Rudy in concorso con altre persone e poi indica, perché la sentenza della Corte di cassazione conferma la sentenza della corte d’assise d’appello che ha condannato Rudy che parla incidentalmente anche di Amanda e Raffaele. Quindi ormai il delitto è un delitto compiuto da più persone, tra cui Rudy.

24’36’’ Mignini: Quindi quella che è la valutazione è stata, io vorrei che fosse chiaro questo, proprio ai fini della ricostruzione del fatto: io faccio, vengo chiamato, faccio il decreto di fermo, il decreto di fermo di Amanda, Sollecito e Lumumba; va davanti al giudice per le indagini preliminari che vaglia la fondatezza della, del decreto di fermo, quindi c’è una richiesta di convalida del fermo e di misura cautelare; il giudice per le indagini preliminari convalida il fermo ed emette la misura cautelare. Poi Lumumba esce di scena perché facciamo le indagini e ci accorgiamo che non c’entra e quindi viene tolto di mezzo. Quindi quando noi siamo, abbiamo raccolto gli elementi che ci hanno convinto, io in particolare perché la richiesta l’ho fatta io, la richiesta di archiviazione, prima la scarcerazione e poi l’archiviazione del procedimento.

25’37’’ Se fosse stata, cioè non accetto questa attribuzione, cioè non c’è nessuna, non c’è nessuna. Se il magistrato, se fosse vera questa attribuzione avendo cominciato con Lumumba avrei dovuto continuare con Lumumba. E invece non è così perché Lumumba non c’entrava. Quindi poi, la misura cautelare è stata impugnata davanti al tribunale del riesame, che sono 3 giudici da entrambi gli imputati. Il tribunale del riesame ha confermato la misura cautelare. Sull’ordinanza del tribunale del riesame è stato fatto ricorso per Cassazione sulla misura, da Sollecito, da Rudy e da Amanda. E la Cassazione ha confermato. Cioè Rudy era stata emessa la misura cautelare, comunque, la Cassazione ha confermato. Poi c’è stato il giudice dell’udienza preliminare che li ha rinviati a giudizio, ha condannato Rudy, ha respinto una richiesta di revoca della misura, e il primo grado si è concluso con condanna. Per cui 8 giudici, tra cui due giudici togati e poi 6 giudici popolari, hanno riconosciuto la fondatezza dell’accusa. Quindi, quando c’erano gli elementi e si doveva archiviare, noi abbiamo chiesto l’archiviazione. Cioè non c’è quest’atteggiamento, assolutamente. Io questo posso. Se vi fosse, se vi fosse un elemento vero, credibile diciamo, perché io ho bisogno di questo, che, in ipotesi, dimostrasse che loro sono estranei al delitto, io ne prenderei atto e mi comporterei di conseguenza, mi sarei comportato di conseguenza. Questo nella maniera più assoluta.

27’48’’ Io vi dico quello che è successo e vi prego di credermi perché su questa vicenda sono state delle cose molto così, molto infondate, come minimo.





La onestà  intellettuale è secondo me la qualità  fondamentale di un magistrato.

29’53’’ CNN: Antonio Curatolo è un testimone affidabile?

29’59’’ Mignini: Ma il testimone giura, si assume la sua responsabilità , quindi se dice il falso commette il delitto di falsa testimonianza e di calunnia, al limite, se dovesse accusare esplicitamente una persona innocente del delitto, quindi, nel nostro, nell’ordinamento italiano, il testimone si presume attendibile, diciamo autentico fino a che non si dovesse dimostrare che ha detto il falso. Però purtroppo, o per fortuna, non lo sappiamo, la persona che stava nella piazza, che ha vissuto nella piazza dieci anni, come minimo 10 anni, che sapeva tutto di quella piazza, era questo clochard. Allora il barbone era un clochard e quindi si diceva non va bene. Non va bene”¦ è un testimone come gli altri. La signora come si chiama, la testimone che abitava, la vicina di casa, quella che sente il grido, è una persona assolutamente credibile,  è una normalissima signora che ha raccontato e con grande coerenza quello che ha sentito. La maestra elementare, quella che abitava la’ vicino, è una persona del tutto, assolutamente attendibile. Cioè i testimoni, non è che noi ce li scegliamo i testimoni. I testimoni sono quello, sono quelli che si trovano occasionalmente, in quel momento, e che sono in grado di fornire indicazioni. E, d’altra parte, Curatolo è appunto uno che è vissuto sempre lì, ha reso delle dichiarazioni che sono del tutto credibili, che sono confermate anche da altri. Ci sono anche altri testimoni che sono stati sentiti che erano, non so, per esempio Gioffredi, persona del tutto normale. Cioè non vedo”¦, cioè il testimone è una persona del tutto normale che deve essere valutato per quello che dice, per la coerenza della sua ricostruzione e bisogna dargli credito fino a prova contraria.

32’26’’ Perché se ha detto di aver visto, si espone, presta giuramento, e quindi si espone ad un’accusa di falsa testimonianza se dice il falso, dobbiamo credergli. Sennò la giustizia, se non ci sono testimoni”¦, non è che noi purtroppo abbiamo il delitto filmato, perché magari ci potesse essere stata

33’30’’ CNN: Toto era sotto inchiesta la momento che ha rilasciato la sua testimonianza?

33’42’’ Mignini: Guardi io so che, no al momento in cui ha dato, credo che avesse dei procedimenti però era in fase di appello, credo che avesse avuto una condanna che però fosse in grado di appello, ecco, non, che poi la sentenza è diventata definitiva però lui ha reso la sua dichiarazione quando la sentenza non era definitiva. Non lo so, adesso questi sono particolari che non saprei indicare”¦ so con certezza che la sentenza di condanna non era definitiva quindi era soggetta ad impugnazione.

34’34’’ CNN: Toto offriva la sua testimonianza con la speranza di avere quealche favore?

34’36’’ Mignini: Non, non ha avuto nessun favore, assolutamente alcun favore. Né questa cosa è stata”¦ il testimone si presenta e ha reso le sue dichiarazioni, tutto qui. Noi le abbiamo raccolte, perché erano dichiarazioni rilevanti.

35’17’’ CNN: quindi lei ha creduto nella testimonianza di un clochard, dipendente dall’eroina?

35’25’’ Mignini: Io sulla, diciamo, la posizione processuale di questa persona, non mi pronuncio perché ha avuto, è stato giudicato per un altro fatto, per un fatto vero che è un fatto totalmente diverso, totalmente estraneo a quello per cui si procede. Lui per questo fatto è testimone. Ed è tanto vero che è totalmente diverso che è stato sentito come testimone senza difensore. Se fosse stato un fatto connesso sarebbe dovuto essere assistito da un difensore ed avrebbe avuto la facoltà  di astenersi dal deporre. Lui è su questa vicenda un puro e semplice testimone. Poi, d’altra parte, io non vorrei fare, perché il testimone, non è che noi chiediamo al testimone se ha dei precedenti, se ha delle condanne. Lo si chiede all’indagato, all’indagato, tra le domande che si fanno all’indagato gli si chiede se ha dei precedenti, se ha delle condanne precedenti, non lo si chiede al testimone tranne in sede di investigazioni difensive. Questo è il”¦ , quindi è un testimone che ha reso le sue dichiarazioni. Le sue dichiarazioni sono, sono state ritenute abbastanza, piuttosto credibili. C’è anche per esempio il fatto, ecco, faccio un esempio: la pioggia. Il Curatolo si ricorda che la sera in cui vide i due ragazzi non pioveva, mentre ecco, in effetti la sera del delitto non pioveva. Viceversa, e questo lo dicono, lo hanno detto anche altri testimoni, la notte precedente, solo nella città  di Perugia, c’è stato un fenomeno meteorologico abbastanza circoscritto, nel tardo pomeriggio del 31 ottobre pioveva. E me lo ricordo anch’io perché mi ricordo che la strada era umida. Quindi per dire, questo è un particolare che viene confermato dalla.. ecco. Le faccio un esempio per dirle che anche una persona che ha avuto dei precedenti e poi, bisognerebbe allora vedere tutti i testimoni che sono stati sentiti in primo grado, tutti quanti, se avevano.  Perché noi non lo facciamo perché non rileva.





38’45’’ CNN: Assumo dalla risposta del clochard, che lei ha preso la risposta delle due signore che hanno valore, e non è mai andato a controllare nel loro appartamento se poteva sentire, con le serrande chiuse, dei passi?

39’04’’ Mignini: Dunque, la questione del Curatolo è una cosa, la dichiarazione della Signora Capezzali, come si chiama, Capezzali, mi pare, è un’altra. Lei dice, lei è una signora relativamente anziana, lei ha raccontato di aver sentito il grido, il grido che. Lei abita, non so se lei conosce la zona ma, credo che non la conosca, abita nella, sopra il garage che a sua volta è sopra la casa di Via della Pergola, fa una, c’è una specie di anfiteatro, grosso modo. Quindi i suoni che vengono dal basso si sentono con notevole forza e lei ha sentito perfettamente questo grido. Lo racconta. E questo stesso grido viene sentito da una maestra molto giovane, che abitava più sotto, in una via in direzione, verso dice, non so se, verso via Pinturicchio. E lei sente, nello stesso periodo, un urlo di questo tipo. Poi scende dai genitori che stavano in un altro punto della casa che dicono di non aver sentito. Quindi sono due persone che dicono di aver sentito questo urlo.

40’26’’ CNN: lui vuole sapere se lei è andato alla casa?

40’28’’ Mignini: Sono andato? Io ho preso atto di questa dichiarazione, della dichiarazione di questa testimone e anche dell’altra e, essendo due dichiarazioni di persone che non avevano alcun motivo di mentire e sono dichiarazioni del tutto credibili perché sono del tutto vicine, sono case che si trovano vicinissime a via della Pergola,  questa dichiarazione è stata ritenuta del tutto attendibile. C’è stata una richiesta poi, di perizia, ora io non entro in merito all’attualità  del processo, però questa cosa è stata valutata sia in sede di indagini, sia dal Gup, sia dalla corte d’assise che ha sentito questa persona, è stata esaminata in contraddittorio, ha detto, ha ripetuto quello che ha detto. Una persona assolutamente credibile che, ovviamente”¦ poi qui a quanto.., non è stato fatto un esperimento sulla possibilità  di sentire, non è stato fatto. Ci siamo, abbiamo preso atto del fatto che lei ha raccontato di questa cosa, di questo urlo che ha sentito. Lo ha confermato, ha dato la sua, la sua, diciamo parola, cioè ha giurato in sede di processo, di avere sentito questo urlo. La stessa cosa l’ha detta un’altra testimone, che dovevamo fare: una perizia per accertare, in condizioni diverse, non ripetibili, quello che è stato sentito all’epoca? La testimone ha detto quello che ha sentito. E, quindi, né io né la corte d’assise ha ritenuto diciamo di sottoporre. Diciamo la corte d’assise invece ha fatto una cosa molto importante. E questo è un particolare che ritengo.. Quando ha fatto il sopralluogo nella casa di Via della Pergola, che secondo me, è stata un’iniziativa molto importante, molto determinante ai fini della decisione. Quella è, quella era l’occasione di fare un sopralluogo, per vedere com’era quella casa, com’era questa finestra da cui si sarebbe arrampicato questo soggetto sconosciuto, che poi sarebbe stato Rudy. E la corte si è resa conto che questa ricostruzione era, a mio avviso, inverosimile.

43’35’’ CNN: Sarebbe stato facile fare l’esperimento?

43’38’’ Mignini: Ma diciamo se una persona ha fatto queste dichiarazioni ed è stata così. Perché, vede, io la ho sentita questa persona, è stata registrata, fra l’altro, è stata sentita in contraddittorio, in dibattimento. E’ stata chiarissima. E ha raccontato che lei sentiva continuamente, anche durante altre notti, che lei sentiva i rumori dei ragazzi che facevano chiasso nel garage, nel parcheggio. Quindi”¦.queste cose, questi rumori, li sentiva. Lo ha dichiarato. Non c’era motivo, non conosceva la vittima, non conosceva gli imputati, quale motivo poteva avere”¦

44’44’’ CNN: non che lei abbia mentito ma questa è una domanda fondamentale per il suo lavoro. Il suo lavoro è di trovare la verità  e risolvere il problema o seguire la sua intuizione e cercare di incriminare la prima persona che trova sospetta?

45’16’’ Mignini: Bhè questo è, nell’ordinamento italiano, il pubblico ministero non è un avvocato dell’accusa. E’ un organo di giustizia che deve cercare anche elementi a favore dell’indagato. Cosa che noi abbiamo fatto, in particolare nel caso di Lumumba.  E tutte le persone, tutti i testimoni che sono stati indicati dagli imputati, sono stati sentiti, sono stati sentiti in contraddittorio. E’ stata fatta una istruttoria dibattimentale lunghissima, estremamente approfondita, ci sono stati accertamenti di tutti i tipi, accertamenti dal punto di vista delle celle telefoniche. Io non ho parlato delle celle telefoniche, per esempio, ma quello è un altro punto che evidenziano gli spostamenti delle persone, la localizzazione delle persone, a conferma di quella che è l’ipotesi, diciamo, accusatoria. Quindi, tutte queste valutazioni, il magistrato del pubblico ministero, ha fatto delle richieste. Io non ho fatto niente, io ho fatto un decreto di fermo, ho chiesto la convalida, poi sono stati i giudici, che hanno confermato sempre. E il giudice dell’udienza preliminare avrebbe dovuto ritenere, avrebbe dovuto, se ci fossero stati dei motivi di non credibilità  dei testimoni, avrebbero dovuto far presente, avrebbero dovuto sottolinearlo. Ma, il giudice per l’udienza preliminare ha valutato la richiesta di rinvio a giudizio, io ho fatto la richiesta di rinvio a giudizio, chi ha fatto il rinvio a giudizio è il Gup Micheli, che ha rinviato a giudizio gli imputati. C’è stato il processo davanti alla corte d’assise, in cui si è fatto, è stato un processo che è durato un anno, un dibattimento che è durato un anno, in cui il caso è stato sviscerato in tutti i modi e quindi questa è la”¦ I magistrato, il pubblico ministero ha l’obbligo, diciamo, nell’ordinamento vigente, di cercare, è un organo imparziale, ha l’obbligo di cercare la verità  e se emergono elementi che fanno ritenere credibile, fanno ritenere la persona estranea al fatto, ha l’obbligo di chiedere l’archiviazione o, nel processo, l’assoluzione. Io tante volte mi è capitato che, durante i processo, di fronte a testimonianze, nuove testimonianze, che sono state riprodotte in altri casi, ho chiesto l’assoluzione. Chi mi conosce lo sa, tante volte è successo. Ma in questo caso ho avuto, diciamo, in fase di indagine e nel processo, io ho fatto, abbiamo fatto le nostre richieste, sono state illustrate, sono state motivate, e la corte ha dato, ha riconosciuto la fondatezza di questo impianto. Poi c’è un grado d’appello, c’è il grado di appello. Ora io non parlo di questo perché è l’attualità  questa.

49’11’’ Mignini: La telefonata, per esempio, un’altra cosa che ha avuto un peso notevole sulle indagini è stata la telefonata che Amanda fa alla madre in piena notte, a Seattle, prima ancora che venisse scoperto (traduzione sopra). Questo è un altro elemento che mi viene in mente, prima ancora che venisse scoperto il cadavere.

49’52 C’è una chiamata che viene fatta in un’ora, adesso non mi ricordo, erano mi pare, adesso non mi ricordo con precisione, mi pare che fossero le 3.0 di notte a Seattle, mi pare eh.





50’58’’ CNN: Nel 2006 lei è stato trovato, adesso andiamo sull’altro caso,  il pm di Firenze ha detto che lei farebbe qualsiasi cosa pur di difendersi davanti a quelli che criticano il suo modo di fare inchieste”¦

51’43’’ Mignini: Dunque, io non commento questa, questa affermazione non so quando è stata fatta. Il procedimento che questa persona ha intentato nei confronti miei e del dottor Giuttari, si è concluso in parte con una assoluzione con formula piena perché i fatti non sussistono, per una parte. E questa assoluzione è definitiva perché il pubblico ministero non la ha impugnata.  Quindi questa parte delle accuse che ci sono state formulare, che sono state formulate, che era la parte più importante e che aveva determinato delle perquisizioni negli uffici della procura e anche negli uffici di polizia di Giuttari, questa parte è totalmente caduta, cioè è stata fatta questa perquisizione, è stato fatto un sequestro, che era già  stato annullato dal tribunale di Firenze. Poi il tribunale di Firenze ci ha assolti perché i fatti non sussistono, con formula piena. E questa assoluzione è definitiva. E’ rimasta una parte di episodi che ci vengono contestati, che io onestamente faccio fatica a comprendere, perché si dice, siamo stati accusati di aver svolto indagini che non avevano attinenza secondo la impostazione di un magistrato della procura di Firenze, faccio questa distinzione, non avevano attinenza con le indagini che stavamo conducendo.. Io dico che avevano un’attinenza piena e fra questi atti vi erano delle intercettazioni che erano tutte autorizzate dal Gip competente. Quindi questa condanna è stata fatta avvisando una ipotesi di reato che noi contestiamo, abbiamo presentato appello, eccependo la incompetenza della procura di Firenze che ha fatto un processo nonostante fossero stati, fossero coinvolti in questo processo, in questa vicenda, magistrati della stessa procura di Firenze. E questo non si può fare.

54’26’’ Perché quando c’è un magistrato che è a vario titolo coinvolto in una vicenda, in questa vicenda, il processo deve spostarsi. Quindi se c’è un magistrato di Perugia si va a Firenze, ma se c’è un magistrato di Firenze si va a Genova. E se c’è un magistrato di Genova coinvolto come persona offesa, come era in questa vicenda, si va a Torino. E questa cosa a Firenze non la hanno fatta. Noi abbiamo eccepito l’incompetenza del Tribunale di Firenze per violazione dell’art. 11 del c.p.p. e se questa incompetenza dovesse essere riconosciuta, viene annullato tutto e va tutto a Torino.

55’14’’ Per di più ci sono poi altri aspetti che non vado poi a, ecco, lei mi ha fatto la domanda su Preston, poi io ho parlato, e vorrei un attimo (vi parlate sopra)

56’05’’ Mignini Poi vorrei aggiungere una cosa, ascolti bene questo. Se io voglio fare un atto di intimidazione, cioè voglio fare un’indagine che ha un carattere intimidatorio verso una persona perché quella persona parla contro, no? Se io voglio fare un atto intimidatorio, io devo fare un atto che quella persona avverte, che quella persona capisce, conosce, avverte. Devo fare, in ipotesi, faccio una perquisizione, faccio un sequestro, faccio una ispezione”¦ Invece io faccio una intercettazione telefonica che è segreta, sento un testimone che rimane segreto. Come faccio a intimidire una persona facendo un’attività  di indagine che rimane segreta? Perché l’attività  di indagine deve essere segreta. Questa attività  non è come la perquisizione che viene subito conosciuta dalla persona. Se io voglio intimidire una persona che faccio un’attività  di indagine che rimane segreta? E come faccio a intimidirla? E’ una contraddizione in termini. Quindi qualcuno mi dovrà  spiegare che senso ha questa accusa.

57’32’‘: Il problema è che all’origine di questo procedimento ci è stata, io non parlo adesso dell’intero, dell’ufficio della procura di Firenze con cui ho ottimi rapporti. Parlo di un certo momento in cui parlo di un contrasto tra uffici, un contrasto che è finito alla procura generale della cassazione, perché la procura generale di Firenze, cioè la procura di Firenze voleva che venisse trasmesso un procedimento che avevamo noi, questo sulla morte del medico Narducci. Noi abbiamo detto no, la competenza è nostra. La procura generale della Cassazione, dottor Febbraio, in data 29 luglio 2005, ha dato ragione a Perugia. Quindi a monte di questa questione c’è un contrasto di competenza e c’è una incriminazione fatta da noi, questo vorrei che fosse chiaro, la procura di Perugia aveva incriminato l’allora Procuratore capo di Firenze e questo procedimento, quindi a monte di questo procedimento, c’è questo fatto. E questa persona ci aveva anche citato poi civilmente, a me e al Dottor Giuttari. Questo è il”¦ c’è un contrasto di uffici, c’è stato.

Posted by Skeptical Bystander on 05/25/14 at 02:00 PM • Permalink for this post • Archived in 2 Mignini IntervistaComments here (0)

Ecco l’intervista integrale a Mignini che il reportage della CNN avrebbe dovuto rispecchiare #3





0’28’’ CNN: Sicuramente non ha fatto nessun segreto ad intimidire Preston e Mario Spezzi

0’49’’ Mignini: Cioè non capisco quale intimidazione. Dunque, allora guardi. Intanto questo procedimento vicino a Firenze non riguarda questa questione. Quindi questa questione non c’è. Allora, per quanto riguarda Mario Spezzi, e quindi poi vendo a Preston, Mario Spezzi era sottoposto a una indagine che, in relazione a questa vicenda non si è conclusa, perché è pendente, e in relazione a questa indagine, è stata poi chiesta una misura cautelare, che il gip ha concesso. Poi il tribunale del riesame ha invece annullato. Mentre nel caso di Amanda lo ha confermato, come vede, nel caso di Spezzi, il Tribunale del riesame ha annullato la misura cautelare per difetto, secondo il Tribunale, non c’erano gravi indizi di colpevolezza sull’elemento soggettivo. Cioè, sull’elemento oggettivo si, della calunnia, di questo reato per cui si procedeva,  sull’elemento soggettivo, cioè sulla malafede, no. E quindi la corte, il tribunale del riesame, ha annullato questa misura. Ma nel corso delle indagini, prima ancora che venisse chiesta la misura nei confronti di Spezzi, era emerso un rapporto di questo scrittore, Douglas Preston con Mario Spezzi. E questo Preston, lo scrittore, è stato citato come persona informata sui fatti, non mi ricordo, mi pare fosse il febbraio 2006. Ed è stato, come tante altre persone informate sui fatti, è stato da me interrogato. Durante l’interrogatorio, questa volta è stato interrogato da me, come diciamo testimone, durante l’esame come persona informata sui fatti sono emersi degli indizi di reità  a carico di Preston. E in particolare le risposte di Preston non erano coerenti, sono apparse a me in quel momento sono apparse non veritiere. Quindi a quel punto ho sospeso l’esame. Guardi, l’esame è durato all’incirca una ventina di minuti, non di più. Preston lo ho conosciuto solo in quell’occaisone. Una ventina di minuti”¦ Io gli ho detto: “˜io devo sospendere quest’audizione’. Come aveva fatto la polizia per Amanda, sempre l’art. 63. “˜Devo sospendere la sua audizione perché sono emersi indizi di reità  in relazione al reato di cui all’art. 371 bis del c.p.’. Ora stia molto attento a questo”¦ “˜E quindi lei deve nominare un difensore’. Ha firmato. Presenti nel mio ufficio, che non era quello che avete visto stamattina ma era un altro, sempre di quel piano. C’era la mia assistente, cancelliera, la dottoressa Daniela Severi; c’era il capitano dei Carabinieri, Antonio Morra; c’era una poliziotta di Firenze, e mi pare ci fosse un magistrato in tirocinio che mi pare faceva tirocinio con me, adesso non ricordo questo. Comunque c’era il capitano, una poliziotta e la cancelliera. Lui ha firmato. Io lo ho accompagnato alla porta e, per cercare di spiegargli, lui mi aveva detto che parlava italiano ma, secondo me, invece lui l’italiano non, credeva di poter parlare italiano ma non ha capito completamente questo aspetto processuale, io gli ho detto, mi ricordo, eravamo davanti alla porta: “˜adesso lei deve nominare un difensore. Questo procedimento che io oggi paro nei suoi confronti, per false dichiarazioni al pubblico ministero, art. 371 bis, rimane sospeso per legge, perché la legge prevede che questo reato, se uno rende false dichiarazioni al pubblico ministero in un procedimento penale, questo procedimento che si apre per le false dichiarazioni, rimane sospeso fino a che non venga definiti il procedimento principale nel quale queste dichiarazioni sono state rese’. Lui non ha capito questo particolare e ha, sono rimasto sorpreso e veramente stupito da questo fatto, ha pensato che io lo invitassi, ha detto poi che io lo avevo invitato a scappare che lo avrei fatto arrestare. Mai detto una cosa del genere perché quel reato non prevede l’arresto. E tutto qui.

Poi io ho seguito quello che ha detto di tutta questa vicenda che è completamente”¦., travisando completamente quello che è accaduto, e poi ho archiviato il procedimento perché non, ho ritenuto di archiviare il procedimento e non c’è stato altro. E’ tutto lì, finisce lì la questione Preson.

07’37’’ CNN: Io ho intervistato Preston e lui, secondo lui questo non è vero, ha detto che l’interrogatorio è durato due ore. E (leggendo quello che ha detto Preston): “˜io ho cominciato a sudare, il pm ha cominciato a chiedermi le stesse domande, formulate in un modo diverso, insisteva con la segretaria di ripetere quello che lui aveva detto, qual è il vero? Cominciavo a sentire che apparivo un bugiardo dal modo in cui la mia voce tremava. Ha dovuto scrivere una dichiarazione in italiano, ha dovuto farlo diverse volte perché la persona che lo stava scrivendo, non aveva capito bene’. Sta mentendo?

09’20’’ Mignini: Allora, lei ha sentito Preston, io avevo l’assistente, non ho pensato di portarmeli, ma loro possono riferire tutto. Io adesso non ricordo quanto è stato sentito, mi pare una ventina di minuti, forse una mezz’ora, forse, forse, non lo so, un’oretta, non lo so devo guardare il verbale. Però è certo che quando si fa un verbale, si chiedono delle cose, la persona deve dire la verità  e gli sono state fatte delle contestazioni, io adesso non mi ricordo in dettaglio perché è una cosa che non ha, ho avuto altre cose da trattare, non me la ricordo nemmeno. Gli ho fatto delle contestazioni, mi ricordo di avergli fatto sentire delle telefonate che erano state intercettate, delle telefonate in cui lui parlava con lo Spezzi, e quello che lui diceva non era credibile, non mi è apparso credibile. Ho verbalizzato, perché dovevo dettare la verbalizzazione alla assistente che ha verbalizzato, e il signor Preston ha firmato, e quindi ha riconosciuto la fondatezza del verbale, perché lui ha firmato, non si è rifiutato di firmare, quindi è stato fatto un interrogatorio, sono state fatte delle contestazioni. La persona, Preston, ha reso delle dichiarazioni che non sono state, non mi sono apparse assolutamente credibili, gli ho fatto sentire, a riprova del fatto che secondo me non diceva la verità , delle intercettazioni, e io non ricordo di averlo visto particolarmente”¦ poi se lui avrà  provato stati d’animo che prova la persona che viene sentita da un magistrato questo, se si è sentito turbato, io non lo so. Se fosse così mi dispiace, ma purtroppo questo è, nell’attività  giudiziaria, si fanno gli interrogatori si deve sentire, la persona deve dire la verità . E se non dice la verità  bisogna contestate quello che succede. Quello che è chiaro è che io gli ho contestato questi fatti, abbiamo verbalizzato, c’erano presente questi altri: l’assistente, la cancelliera, il capitano dei carabinieri, la poliziotta, quindi il discorso è chiuso in partenza, non c’è altro, non c’è altro di quello che è emerso, di quello che è venuto fuori nel verbale, Preston ha firmato il verbale

12’02’‘E quindi poi, la cosa che mi ha colpito è che ho avuto delle richieste, successivamente, per sapere se, e lo ho letto anche su vari siti internet, poi sono state fatte delle affermazioni veramente sulle quali non entro in polemica perché non voglio entrare in polemica qui, io voglio cercare di spiegare, che se lui fosse tornato, perché lui doveva scappare perché se fosse tornato in Italia sarebbe stato arrestato: questo è un’assoluta invenzione, totale invenzione, non esiste. Quindi poi ho archiviato la sua posizione, quindi non vedo”¦ Mentre poi l’altro procedimento, il procedimento a carico dello Spezzi, è tutt’ora pendente

13’00’’ Quindi questa è la situazione, mi ricordo di aver, mi ha anche chiesto un’intervista successivamente, a cui io, a questa richiesta, non ho risposto.





14’16’’ CNN: sembra molto simile a quello che ha descritto Amanda?

14’22’’ Mignini: E’ totalmente, è una cosa totalmente diversa perché io ho interrogato Preston, Amanda è stata interrogata dalla polizia; per Amanda è stato sospeso l’esame da parte della polizia, nel caso di Preston è stato sospeso da me; Preston non è stato arrestato, Amanda si. Le due cose sono totalmente diverse, non hanno la minima traccia comune, se non che il pubblico ministero, nell’uno e nell’altro ero io. Ma è solo questo. Come per tantissimi altri procedimenti. Non c’è il minimo elemento in comune.
15’23’’ CNN: Ha appena detto che è il suo lavoro assicurarsi che un testimone dica la verità  però allo stesso tempo non ha verificato quello che ha detto il clochard e quello che hanno detto le due vicine”¦
Mignini: una persona, mi dice di averla vista, mi dice di aver visto che cosa hanno fatto, mi dice gli orari, mi dice cose che non sono state smentite da nessuno. Se la signora Capezzali, Capezzali, mi pare, racconta quello che ha sentito, la cosa viene confermata da un’altra testimone che abitava lì sotto, e non viene smentito da nessuno. Non basta”¦ ci sono due ragazze calabresi che abitavano nella, praticamente nel punto dove finiva la scala metallica che sarebbe stata percorsa da uno dei ragazzi, queste due ragazze, dicono anche loro che hanno sentito correre.  Quindi c’è il grido, sentito da due persone, i passi ripetuti che sono sentiti, il grido e i passi che sono sentiti dalla Capezzali e sono sentiti da queste due ragazze calabresi. E, nel caso di Preston invece c’erano le telefonate che smentivano quello che lui aveva detto. Quindi in quel momento io avevo le telefonate e se uno dice una cosa, questa cosa veniva smentita da queste telefonate. Ora io non ricordo in dettaglio perché non mi sono, non ricordo in dettaglio questi aspetti, ma sono stati documentati. Quindi avevo gli elementi per dire: “˜tu mi dici le cose non vere’, in quel caso. Nell’altro caso non ci sono non ci sono mai stati. Sono stati sottoposti ad esame, in cross examination, ad esame incrociato, il barbone, le due ragazze calabresi e la Monacchia, la signora Capezzali e la maestra Monacchia, sono state sentite, hanno confermato in pieno. Cioè le loro dichiarazioni sono state, sono diventate prova, prova testimoniale. E Preston ha fatto quelle affermazioni che erano in contrasto con le intercettazioni. E io glielo ho contestato. Cioè lì è emerso subito, glielo ho contestato, è molto chiaro. Cioè non c’è nessuna”¦

18’41’’ CNN: Secondo lei, lei ancora crede che Narducci è coinvolto negli omicidi del mostro di Firenze?

18’50’’ Mignini: Guardi, questa, questo fatto è stato oggetto di un procedimento penale, il procedimento numero 1845 0821, che si è concluso con una richiesta di archiviazione con formula dubitativa per quanto riguarda l’omicidio per le persone che sono state indagate e per prescrizione negli altri reati. Quindi vuol dire che i reati sono stati commessi, erano a carico di certi soggetti ma era passato troppo tempo ed erano prescritti. In questo provvedimento il Gip accoglie pienamente la richiesta del pubblico ministero che ero io e cioè: i tre punti fondamentali erano che Narducci fosse stato ucciso perché l’autopsia che è stata fatta ha dimostrato che c’era la frattura del corno superiore sinistro della cartilagine tiroide, che non si produce per urti accidentali ma necessita per essere prodotta di una pressione circoscritta, localizzata e crescente, perché è una posizione protetta e il medico legale ha riconosciuto la morte per strozzamento; il Gip ha riconosciuto il fatto che il cadavere ripescato e che era stato ufficialmente riconosciuto per quello del Narducci, non era del Narducci, e che il Narducci era coinvolto, il Gip dice, nella vicenda dei duplici omicidi delle coppie. Questa ordinanza è stata impugnata in cassazione dal, dai familiari del Narducci, non dalla moglie, ma dai familiari del Narducci. La cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso. Quindi, quindi questo discorso è chiuso, ormai.

20’48’’ CNN: Si ma la domanda è se lei pensa”¦

20’50’’ Mignini: E’ quello che io ho sostenuto,.. l’ho sostenuto e il Gip ha riconosciuto. Ha riconosciuto questi aspetti. Poi, su tutti, tutta la vicenda, è chiaro che, diciamo, essendo poi pendente un ulteriore procedimento, io non mi, non aggiungo altro Le dico solo che questo aspetto è stato fatto oggetto di un procedimento in cui io ho fatto, ho sostenuto queste cose, e il Gip ha riconosciuto, ha recepito in pieno l’impianto accusatorio.

21’55’’ CNN: Il corpo nel lago non era di Narducci?

22’00’’ Mignini: Allora glielo spiego”¦ Il medico legale che ha effettuato l’autopsia, che è il professore Giovanni Pierucci, dell’Università  di Pavia, titolare delle cattedra di medicina legale dell’Università  di Pavia, più altri consulenti tra cui il generale di brigata Luciano Garofano, hanno sotto vari aspetti, hanno riscontrato queste cose: il cadavero che fu ripescato il 13 ottobre ‘85 era di una persona che aveva pochi capelli, aveva una taglia 60, cioè era in fase di gigantismo putrefattivo, aveva un determinato abbigliamento e era in condizioni tali per cui il medico legale, quando ha iniziato l’apertura della bara, pensava di trovarsi di fronte a un cadavere, pensava di trovarsi di fronte a un cadavere che era ormai, non poteva più essere esaminato utilmente. Invece, aperta la bara, si è rinvenuto un cadavere che era quello del Narducci, che aveva capelli, pieni, aveva pantaloni taglia 48 small, chiusi in cinta, nella cintura, nel punto di vita, aveva condizioni di conservazione cadaverica eccellenti, in particolare dell’encefalo, non aveva le diatomee, cosa che ci sarebbero state nel caso in cui ci fosse stato l’annegamento e quindi il consulente che ha fatto l’autopsia ha detto che questa situazione,  i profili dimensionali, poi c’erano anche gli aspetti relativi all’abbigliamento che era diverso, e i profili di conservazione cadaverica, rendevano quanto meno dubbia, la coincidenza del cadavere ripescato all’epoca e descritto dai testimoni all’epoca con quello del Narducci.

Sono state fatte poi delle consulenze per accertare quest’aspetto, dal punto di vista antropometrico, da parte di un’assistente di medicina legale di Pavia, la dottoressa Cristina Carlesi e poi da parte del comandante del Ris di Parma, il generale Garofano, allora colonnello, che ha confermato che quel cadavere era, aveva caratteristiche diciamo dimensionali che erano incompatibili con quelle del Narducci quale era stato rinvenuto nell’autopsia. Quindi questi aspetti, sono aspetti che sono stati oggetto di plurime, plurimi accertamenti.





25’39’’ CNN: dottore, a lei piace una buona teoria di cospirazione?

25’42’’ Mignini: AhA! Ecco la cospirazione”¦ Ascolti, qui non c’è nessuna cospirazione, non capisco che cosa significhi. Una persona che ha una taglia 60 non gli entrano pantaloni 48 small. Qui non c’è nessuna cospirazione!

26’08’’ Mignini: Non c’è cospirazione, questa è una realtà , poi le favole sono un altro discorso, ma la realtà  è questa. Cioè la realtà  è che uno si deve, uno deve esaminare la realtà . La realtà  purtroppo, quando io ho iniziato questa indagine queste indagini diverse da quelle di cui abbiamo parlato finora, non avevo, dicevo: “˜vediamo quello che c’è’. E il medico legale mi disse, mi ha detto queste cose. Un cadavere che è rimasto cinque giorni in acqua e che è in condizioni quasi di putrefazione quando viene riportato su perché è in posizione, si dice, la fase negroide, la fase enfisematosa, cioè il gonfiore anche addominale, non gli entrano pantaloni 48 small. E se questo aveva i capelli, e quello non ce li aveva”¦ Il discorso”¦ e se uno è annegato ha le diatomee, ma questo non ce l’aveva. E poi c’è la rottura dell’osso ioide”¦ Questa non è cospirazione. Io non so che cosa intende per cospirazione?

27’16’’ CNN: cioè una ri-creazione molto fantasiosa, si dice, mi scusi che mi spiego meglio. In inglese si usa molto”¦

27’31’’ Mignini: Guardi, la cospirazione ci sarebbe se uno fosse partito con questa idea. Ma io non ero partito con questa idea. Io ho preso atto, dico sempre questo, prendo atto di quello che è a realtà , di quello che si tocca, si vede. Cioè io non posso inventarmi la realtà . Se la realtà  mi dice che quello ha pantaloni 48 small ed è conservato in maniera perfetta, eh! La medicina legale ci dice che c’è qualcosa che non torna.

0’11’’ Mignini: Scusi, se posso aggiungere, è proprio l’esatto contrario di quello che dice lui. Cioè proprio perché prendo atto delle risultanze, non ho un’idea prefissata. E allora prendo atto di quello che c’è. E allora se mi dicono “˜guarda che quello non può essere’, la moglie mi dice “˜indossava altri abiti quando l’ho visto uscire per l’ultima volta. Io questi abito che vedo qui nella foto del cadavere ripescato non li ho mai visti’. Eh, allora non c’è cospirazione, c’è una realtà  e bisogna prenderne atto.

1’03’’ CNN: Lei ha mai detto che la morte di Meredith fosse un rito satanico?

1’08’’ Mignini: Io non lo ho mai detto. Non ho capito chi ha, e continua, e continua, a dire questa cosa. Io ho letto, c’è una giornalista, non so come si chiama, lo dico perché lo ho notato, che continua a ripetere questa affermazione che, forse, ben sapendo che non è così. Io non ho mai detto che vi fosse stato un rito satanico. Non lo ho mai detto, quindi vorrei sapere chi se lo è inventato. Questa è una cospirazione, una fantasia, in mio danno però, in mio danno. Un fatto puramente sessuale. E forse io ho sempre detto, questo lo ho sostenuto in primo grado, c’era un rapporto che si era deteriorato tra le due ragazze. Questo ho sempre sostenuto. Questo glielo dica perché “¦

2’54 CNN: Il discorso della notizia che è uscita ieri, della non DNA che hanno trovato sul coltello”¦

3’03’’ Mignini: Dunque, allora io ho detto che preferirei non parlare della fase attuale del processo. Però io le dico questo che quando sono stati fatti all’epoca gli accertamenti da parte della polizia scientifica, la polizia scientifica ha utilizzato, in contraddittorio con gli interessati, tutto il materiale genetico presente sul coltello e sul gancetto. Cioè sul gancetto ce n’era molto quindi ne ha utilizzato una parte, ma sul coltello ha utilizzato tutto quel materiale che c’era. Era un accertamento irripetibile, che proprio perché non si può ripetere perché si utilizza tutto il materiale perché, prendendolo tutto si può fare una valutazione più attendibile, non si può ripetere. E quindi viene fatto in contraddittorio con gli interessati. Se questo materiale tre anni e mezzo fa è stato prelevato, e che cosa poteva rimanere di questo materiale? Niente. Il materiale del gancetto è risultato poi, credo, deteriorato dalla presenza della ruggine. E la ruggine non può essere evitata perché, se si usa un prodotto anti-ruggine si brucia poi il materiale genetico che è rimasto. Quindi io, non entro in merito a questo discorso però, l’accertamento che venne fatto all’epoca era un accertamento definitivo, irripetibile. La corte ha ritenuto di voler provare a vedere se c’era la possibilità , di vedere se ci fosse qualche materiale, qualche porzione di materiale ulteriore. Probabilmente non c’è più perché è stato utilizzato per fare gli accertamenti dell’epoca. Questo è il discorso. Quindi è molto semplice.





5’48’’ CNN: Mi aiuti a spiegare come è possibile che non siano stati trovati (DNA) nella stanza?

5’57’’ Mignini: Come è possibile? E’ possibile, intanto nel coltello. Se il coltello è l’arma del delitto, il coltello stava nella stanza. Il coltello stava nella stanza, cioè era stato utilizzato. Se quel materiale genetico, come ha detto la dottoressa Stefanoni, il materiale genetico della vittima sulla lama e di Amanda sull’impugnatura, stava nella stanza. Il gancetto del reggiseno contiene il materiale genetico di Sollecito, ed era nella stanza. E’ stato spostato di un metro, perché la polizia non, può succedere quando ci sono tanti oggetti in questi accertamenti, ma quel gancetto del reggiseno stava nella stanza. Lì c’era materiale genetico di Sollecito, e di Rudy, e della vittima. Quindi non è vero che non c’era materiale genetico nella stanza, materiale genetico c’era di solletico, per esempio. E poi se il coltello è l’arma del delitto, come noi abbiamo ritenuto nelle indagini del processo, il coltello stava nella stanza del delitto.

7’04’’ E poi, comunque a un metro dalla stanza del delitto, nel corridoio e nel bagnetto, c’erano: il sangue misto di Amanda”¦ come è possibile? E allora io le rifaccio la domanda, le riporto la domanda: come è possibile che ci sia sangue misto di Amanda, ci sia stato sangue misto di Amanda e della vittima nel bagnetto, che è vicinissimo, a fianco della stanza del delitto? Che nel bagnetto ci sia sul tappetino l’impronta del piede, che viene attribuita a Sollecito, sporco di sangue? che nel corridoio che sta davanti alla porta del delitto ci sono le impronte dei piedi attribuite ad Amanda e Sollecito sporche di sangue? Come è possibile che ci siano questi elementi se loro non c’erano? Domanda, vorrei che mi rispondeste, però, gliela dico a lei.

08’52’’ Mignini: ma quel sangue”¦., Amanda dice che non lo ha visto la sera del 1^, lo ha visto la mattina, quando lei dice di essere andata nella stanza. Come è possibile,  se stavano di notte nella casa di Sollecito, hanno trascorso la notte nella casa di Sollecito, che ci fosse il sangue misto vittima/Amanda nel bagnetto? L’impronta del piede sporco di sangue di Sollecito sul tappetino? E le impronte di Amanda e Sollecito sul corridoio? Eh Eh, siamo sempre lì.

09’42’’ Mignini: Comunque il diritto non è una scienza esatta, si vede, perché è suscettibile le valutazioni, le prove sono suscettibili di essere valutate in modo diverso. Il giorno in cui ci sarà  un computer centralizzato, faremo a meno dei processi, daremo i dati al computer e poi ci risponde. Però è chiaro che ci sono valutazioni diverse perché i fatti si possono valutare diversamente, le testimonianze, questo succede in tutti i processi.

10’40’’ CNN: e’ possibile che un procuratore che sta affrontando dei propri problemi, che abbia colto questa opportunità  di un caso così clamoroso”¦

10’58’’ Mignini: io non ho colto nessuna opportunità  perché quel giorno ero di turno. C’è un turno di una settimana, quindi io non ho colto questa opportunità . Ero di turno dal lunedì precedente e finiva il mio turno il lunedì successivo che era il 5, se non sbaglio, e quindi il delitto è stato scoperto il 2 e sono dovuto intervenire io. Poi se lei mi dici: come mai c’è un procedimento di questo tipo, in cui c’è un’assoluzione di cui vorrei che si parlasse, perché noto che di questa assoluzione non parla nessuno. E invece bisogna dirla tutta la verità  perché questo procedimento a nostro carico che, mi faccia dire tutta la verità , è un procedimento un po’ strano, c’è un’assoluzione comunque. Un’assoluzione piena di cui nessuno ha parlato. La condanna è invece temporanea ed è soggetta ad appello. Ora, la procedura italiana prevede che nel caso ci sia, c’è un procedimento disciplinare nei confronti del, di un magistrato, quando un provvedimento disciplinare è legato, come in questo caso, esclusivamente ad un procedimento penale, cioè: hai un procedimento penale, c’è un procedimento disciplinare, automaticamente, il procedimento disciplinare rimane sospeso fino alla definizione del procedimento penale. Allora, per una parte c’è stata la assoluzione piena, non un’assoluzione così dubitativa, ma piena, in modo oggettivo. Per un’altra parte c’è l’appello, in cui abbiamo eccepito l’incompetenza del tribunale di Firenze. Cioè il tribunale di Firenze non poteva giudicare questo procedimento perché erano coinvolti a vario titolo magistrati della procura di Firenze. Non potevano trattarlo a Firenze perché non si fa un processo in casa propria.

13’53’’ Mignini: Poi vorrei aggiungere un’altra cosa, se permette. Io durante il processo non mi sono mai”¦., mi sono sempre sottoposto all’esame. Cioè ho detto: “˜chiedetemi pure, io non ho problemi’. Perché non ho nessun problema in questa vicenda, io ho fatto le indagini che era necessario fare. Quindi non c’è stata nessun atteggiamento di intimidazione, nella maniera più assoluta, anche perché, tra l’altro, glielo spiego, non si può fare pressioni verso una persona con attività  che a quella persona rimane segreta, questo lo capiscono anche i bambini forse, le mie bambine, anche quelle più piccole lo capirebbero. Quindi io non posso intimidire una persona se io provo a fare una pressione nei confronti di quella persona con un’attività  che quella persona ignora, io non la intimidisco, cioè è fuori dalla realtà  questa cosa. Per cui io non mi sono mai”¦, mi sono sempre sottoposto all’esame e ho la massima fiducia nella”¦, perché ho sempre avuto la massima fiducia nell’attività  giudiziaria. Io mi sono sempre sottoposto all’esame, ho detto “˜chiedetemi pure quello che volete’. Ho messo a disposizione tutti gli atti. Sono indagini che bisogna capirle, perché sono indagini complesse e un’autorità  giudiziaria che non ha fatto queste indagini non lo capisce. Tanto che ho avuto la dimostrazione, adesso non sto a dirlo, non vorrei poi approfondire su questo aspetto, ho avuto la conferma che, di questo procedimento che io ho trattato, i magistrati che lo hanno trattato non hanno capito la portata e quindi hanno ritenuto che questi atti fossero atti estranei a questo procedimento. Le aggiungo un’‘altra cosa, perché questo proprio ai fini di spiegare l’ordinamento italiano”¦ “˜Il reato di abuso di ufficio’”¦ io ho visto tante volte quando hanno spiegato, condannato”¦, “˜convinte’ mi pare, o “˜abuse of power’. Non è abuso di potere. L’abuso di ufficio è un reato minore, in Italia, che consiste, una volta, prima della riforma del 1997, era un reato molto indeterminato, e allora uno poteva anche, con un’interpretazione sbagliata poteva anche configurare un reato di questo tipo. Adesso per fare l’abuso di ufficio, sono richieste delle condizioni tali per cui è un reato che difficilmente è configurabile perché ci vuole una violazione di legge, immediatamente,”¦ che una legge che deve essere immediatamente precettiva,  cioè non una violazione procedimentale come quelle che sono state contestate a me. Questa violazione deve aver determinato una ingiusto danno come conseguenza diretta della violazione di legge. E il soggetto che la ha posta in essere deve aver compiuto questa attività  con dolo intenzionale. Cioè deve averlo fatto essenzialmente al fine di danneggiare una persona. Ma io non posso danneggiare una persona, intimidirla, con una attività  che a quella persona rimane segreta. Questo io, è la logica, non è un discorso di”¦





18’16’’ CNN: lei ha qualche dubbio anche il più piccolo, che forse, ha accusato due persone che forse sono innocenti?

18’32’’ Mignini: Guardi, io le voglio fare una”¦, voglio essere, io sono molto sincero e quindi sono molto, molto leale e molto sincero quando mi esprimo. Io ho la”¦, se ho fatto certe richieste, avevo l’assoluta certezza che fossero responsabili. Quindi, altrimenti, se avessi avuto un dubbio, questa è la mia valutazione, io avrei chiesto l’assoluzione con formula dubitativa. Le dico un’altra cosa,  però, mi è stato detto, io non ho visto il film, non so se si vedrà  in Italia questo film.. di com’è quello di Life Time”¦ Mi è stato detto che quel film, l’attore che mi interpreta, quando viene condannata Amanda, sorride. Mi è stato detto, io non lo ho visto, non so se è vero. E’ vero, l’ha visto lei”¦

NO

Mi è stato detto che l’attore sorride. Ma io non ho sorriso perché era doveroso fare questa richiesta, ma il magistrato che fa una richiesta di condanna, non la fa con diciamo, con allegria, tutt’altro. Perché sono due giovani che vedo le famiglie e quindi anche la sofferenza delle famiglie. Però lo faccio perché è il mio dovere, ho ritenuto di farlo, quindi non avevo il minimo dubbio. Ma non è vero che ero contento. Cioè che ero come mi è stato detto che è l’attore che sorride, perché chiedere la condanna di due giovani che potrebbero essere miei figli, insomma, non è una cosa che rallegra. Questo io vorrei che fosse chiaro. Cioè l’ho fatto perché ero convinto, l’ho fatto però”¦. Non.., sono cose che pesano. Perché il magistrato che lo chiede lo fa con un”¦ come dire: è una necessità , è un dovere, ma non è che uno è contento. Ecco, questo vorrei che fosse chiaro (”¦)

22’45’’ CNN: Però allo stesso tempo lei può dormire durante la notte pensando che ha fatto la cosa giusta?

22’53’’ Mignini: Ho la coscienza a posto, si. Lei,  me lo ricordo che era presente,  quando io ho fatto la richiesta di condanna, la richiesta di condanna, io l’ho”¦, l’ho illustrata, è toccato a me perché ero il magistrato più anziano, non era la collega, la collega aveva svolto la sua parte, il suo aspetto, l’aspetto relativo alle indagini genetiche, alle celle telefoniche, alle indagini sui computer;  io ho dovuto fare la parte investigativa, diciamo, del fatto, la parte delle testimonianze. E poi ho dovuto fare la richiesta finale e, le dico, io ho 4 figlie, quindi so quello che significa, sono.., ho la coscienza tranquilla perché ho chiesto, ho fatto quello che ritenevo di fare. Ho chiesto quello che ho ritenuto e la mia valutazione è questa, io sono”¦, sono, chi mi conosce sa che c’è un modo per convincermi:  convincermi razionalmente. Io sono”¦, e questo chi mi conosce lo sa, che di fronte a una valutazione razionale, spesso mi è capitato di dare ragione a una persona che me lo ha dimostrato. Però devo convincermi. Se non mi convinco, non mi convinco ed ho la mia posizione. La mia posizione che traggo dall’analisi degli elementi, mai da una valutazione preconcetta e cospirazionistica, non so, comunque dai fatti, assolutamente dai fatti.

25’32’’ Mignini: io spero che, non so se è finita, penso sia finita, io spero che c’era una”¦, c’è una delle vedute molto diverse, anche sull’interpretazione di fatti che sono successi che sono molto diverse.  Io ho cercato, non avevo mezzi perché il magistrato non ha la possibilità  di parlare molto, con molta libertà . Avevo letto tante volte, mi sono anche arrivati dei messaggi non propriamente piacevoli. Quindi ho letto tante cose anche totalmente infondate e spero aver dato un contributo. Cioè, si possono avere opinioni diverse. Io.. sicuramente si possono avere opinioni diverse, io, il magistrato che svolge funzioni di pubblico ministero, sono stato io, nelle indagini in primo grado e sono adesso applicato in appello. Si possono avere opinioni diverse, io rispetto le opinioni però pretendo che non si metta in dubbio la buona fede e l’onestà  intellettuale degli inquirenti, perché non ci sono”¦, verso questi sono ragazzi che erano totalmente sconosciuti. Noi abbiamo fatto quello che abbiamo ritenuto di fare, quello che è emerso, che si può non condividere. Io rispetto tutte le opinioni, però chi aveva il compito di svolgere le indagini e di sostenere quella che viene chiamata l’accusa, che poi, ripeto, non è un’accusa ma organo di giustizia, siamo noi. E noi ci siamo assunti la responsabilità  dì fare quello che abbiamo chiesto. C’è una collega che ha lavorato con me, che è stata utilissima perché mi ha aiutato su certi aspetti, dal punto di vista biologico, è una collega con cui siamo insieme nella giunta dell’Associazione nazionale magistrati. E quindi mi auguro che, non lo so, ma mi auguro, spero, che almeno abbia dato un contributo di chiarificazione. Cioè che almeno qualcosa si possa dire non è proprio come noi si pensava. Questo vorrei, almeno mi auguro.

Posted by Skeptical Bystander on 05/25/14 at 01:00 PM • Permalink for this post • Archived in 2 Mignini IntervistaComments here (0)

Giuliano Mignini: L’Intervista di Lorenzo Lamperti

Libero

E’ stato scritto che avrebbe trattato con Raffaele Sollecito perché accusasse Amanda Knox in cambio di una pena più mite.

Ma ora il procuratore del caso Meredith, Giuliano Mignini, sceglie Affaritaliani.it per rompere il silenzio: “Nessuna trattativa. Bastava leggere bene il libro per capire che io non c’entro. Sono sconcertato da questa deformazione dei fatti”. E ancora: dubbi sulla colpevolezza di Amanda? “Se li ho, io chiedo l’assoluzione. Ho sempre creduto alla responsabilità  di tutti e due”. La pressione in attesa della sentenza era esasperata: “Credo che i processi si facciano nelle aule di giustizia, non fuori”. Sia Amanda che Sollecito hanno scritto un libro sull’omicidio: “Sono scelte che ognuno fa e di cui è responsabile”.

Procuratore Mignini, negli ultimi giorni è stato scritto che lei avrebbe trattato con la famiglia di Raffaele Sollecito offrendo una pena più mite in cambio di una testimonianza contro Amanda Knox.

“Devo dire che a questo punto sono sconcertato da questa deformazione dei fatti. Bastava leggere quello che ha scritto Sollecito nel suo libro per capire che io non c’entro assolutamente nulla. Tra l’altro il padre di Raffaele ha smentito l’esistenza di una trattativa. Io però continuo a vedere dei giornali che pubblicano queste cose. Lasciamo stare quelli americani, sui quali è meglio stendere un velo pietoso, però mi sorprende che anche qui in Italia si parli di fatti che non si sono mai verificati. Il padre di Sollecito ha smentito in diretta televisiva, e comunque non c’erano neanche gli elementi di partenza per sostenere una cosa di questo genere”.

Quindi c’è stata una strumentalizzazione del racconto di Sollecito?

“Mi sembra evidente. E comunque la vicenda del processo Kercher è preceduta da quella del Mostro di Firenze [il 22 novembre si pronuncerà  la Cassazione, ndr]. E’ da lì che è partito tutto. Io non ho mai detto niente, ma a questo punto non se ne può più. Sulla vicenda Meredith c’è stata troppa superficialità ”.

Raffaele Sollecito parla di un avvocato che avrebbe trattato con la sua famiglia…

“Sono semplici illazioni di illazioni. E comunque non capisco come si sia potuto interpretare il racconto di Sollecito come riferito a me. A guardare bene le cose, al limite potrei essere io persona offesa da una millanteria”.

Sta valutando azioni legali?

“Ho novanta giorni, valuterò. Certo, devo prendere atto della smentita del dottor Sollecito. Quello che scrive suo figlio, almeno quello che riportano i giornali, non ha portata diffamatoria nei miei confronti. Il problema sta nella rilettura che ne è stata fatta. Basterebbe leggere correttamente per capire che stiamo parlando di semplici impressioni, non di fatti. Di concreto si fa riferimento solo ad alcune persone che non sono io”.

Quindi esclude l’esistenza di una trattativa segreta?

“Ma nella maniera più assoluta. Ma come, dopo la condanna e la richiesta in appello dell’ergastolo mi sarei messo a trattare? Ma su che cosa?”

Perciò non ha mai avuto dubbi sulla colpevolezza di Amanda?

“Non esiste, se ho dei dubbi io chiedo l’assoluzione. Io ho sempre creduto alla responsabilità  di tutti e due”.

Il ricorso alla Cassazione si fonda anche sulla condanna di Amanda per calunnia.

“Quello è uno degli aspetti fondamentali del ricorso, che comunque è articolato in molti motivi. E’ un ricorso fatto molto bene. Vedremo quello che deciderà  la Cassazione il prossimo 25 marzo”.

Fatto sta che si è creata una situazione singolare, nella quale Rudy Guede è stato condannato per concorso in omicidio ma secondo la giustizia i concorrenti non ci sono o comunque non sono Amanda e Raffaele…

“Sì sì, infatti. C’è Rudy Guede condannato come concorrente, Sollecito e la Knox assolti. D’altra parte Rudy Guede, come si è visto, non è nemmeno stato condannato per la simulazione del furto… Questi sono problemi che si vengono a creare con il rito abbreviato quando una parte della vicenda viene scissa dall’altra. Si tratterebbe, invece, di una vicenda unitaria”.

Sul processo c’è stata una pressione altissima. Crede che possa in qualche modo aver influito sulla sentenza?

“Non so se in concreto abbia influito. So che la Corte si è fatta questa idea, questa convinzione, che io non condivido. Certo, la pressione è stata esasperata. Credo che i processi si facciano nelle aule di giustizia, non fuori”.

Lei a caldo parlò di una sentenza “quasi annunciata”.

“Chi ha seguito il processo d’appello potrà  fare le sue valutazioni. Secondo noi la sentenza di primo grado era corretta e completa. Vedremo che deciderà  la Cassazione ma, al di là  del processo, non posso accettare certe insinuazioni. Sono stato fatto oggetto di attacchi in maniera esclusiva. Rimango sconcertato, per esempio, quando ancora si fa riferimento a delle frasi che ho smentito anni fa dove collegherei l’omicidio di Meredith a un rito satanico. Cosa che non ho mai detto, ma nonostante questo lo si continua a scrivere”.

Si tratta di errori, superficialità , o qualcosa di più?

“Non è più possibile parlare di errori perché sono anni che smentisco queste frasi. A questo punto la cosa mi incuriosisce”.

In molti di fronte al libro di Sollecito e a quello di Amanda, che uscirà  tra breve, storcono il naso e non trovano corretto lucrare su una tragedia come l’omicidio di Meredith. Lei che cosa ne pensa?

“Queste sono scelte che ognuno fa e di cui è responsabile. Mi limito a dire che il processo è in corso e bisogna aspettare la Cassazione”.

Posted by Redattori on 02/28/14 at 06:22 AM • Permalink for this post • Archived in 2 Mignini IntervistaComments here (0)